Quando iniziate a meditare dovete essere motivati. Dovete avere un obiettivo che vi induca ad andare, una spinta, per così dire, a mettervi in cammino. Il conseguimento di questo stato di armonia interiore ed esteriore è il miglior incentivo; la pace è una meta nobile, unitiva. In molte scritture sacre delle tradizioni sia orientali, sia occidentali, questo fine è descritto come uno stato di beatitudine, di gloria, di salvezza o semplicemente di vita.
La sensazione è di essere pienamente, umanamente vivi; perciò, se volete una motivazione per meditare, non ve n’è una migliore di questa. Ma una volta che iniziate a meditare ogni giorno con regolarità, comincerete a capire che ben presto la meditazione funziona secondo una propria dinamica.
Vi renderete conto, inoltre, che vi accostate ad essa con sempre meno pretese e senza cercare alcun tornaconto. Meditiamo semplicemente perché non possiamo trovare una strada più sicura di questa per condurci al senso di pienezza, di unità, che non riusciamo a controllare né a possedere, e di cui possiamo godere solamente nel momento in cui lo accettiamo come dono. Nella meditazione scopriamo che la vita ci è stata data proprio per raccogliere questo dono, per essere integri, per essere uno, e in tal modo realizzare tutto il potenziale di vita, di felicità e di essere che possediamo gratuitamente. La meditazione è per lo spirito ciò che la respirazione è per il corpo.